I nostri "meravigliosi" partiti
Oggi vorrei fare una veloce analisi politica basandomi
sui nomi, i simboli e i principali esponenti dei partiti più numerosi e
rappresentativi del paese. Visto la drammatica situazione politica che si è
venuta a formare nelle ultime ore il tono sarà volutamente un po’ scanzonato e
spero quantomeno di strappare un sorriso al lettore.
Passiamo
adesso alla Lega. Alle ultime elezioni ha fatto un exploit sorprendente che
nessuno si aspettava, gli è bastato cambiare il nome da Lega Nord a
Lega-Salvini Premier e uno smaccato cambio di rotta passando da “viva i padani
a morte i terroni” a “prima gli Italiani”, ma i metodi non sono cambiati, l’idea
che la costituzione sia un’ottima sostituta per la carta igienica resta. Il
simbolo rappresenta l’eroe della battaglia di Legnano in cui la Lega Lombarda vinse
contro il Barbarossa, l’ottica del partito quindi è e resta quella lombarda
allargata a fatica al centro nord checché ne dica quel bel faccione da Winnie
the Pooh di Salvini. I sondaggi danno la Lega come primo partito d’Italia, visti
i precedenti col Conte 1 e la meravigliosa gestione di Regione Lombardia tremo
solo all’idea dei danni che potrebbero riuscire a fare Salvini premier e una
solida maggioranza parlamentare. Caliamo un velo pietoso poi sui 49 milioni di
euro rubati allo stato o ai fondi russi al partito. I suoi esponenti li vedo
molto meglio nel settore vendite, specialmente Salvini coi suoi meravigliosi
post riguardanti ogni singola cosa mangereccia gli passi tra le mani. Un
perfetto showman insomma, a cui 1/3 degli elettori italiani vogliono far
gestire il proprio futuro e quello dei propri figli e nipoti dandogli da gestire
un piano da 209 miliardi di investimenti europei; secondo me le principali voci
di spesa nella mente dell’uomo forte della politica italiana potrebbero essere
un paio di tonnellate di pane e nutella da distribuire al popolo.
Arriviamo al Partito Democratico.
Principale partito del centro-sinistra italiano, ha una meravigliosa particolarità:
sai quanti voti ottengono ma non sai quanti seggi in parlamento riusciranno a
mantenere viste le continue scissioni in partiti e partitini. Dovrebbe essere il
centro di gravità e d’attrazione per l’intero centrosinistra e invece riesce
puntualmente a disgregarsi. Va detto però che è uno dei pochi partiti che rispecchia
nella sua organizzazione interna ciò che si propone nel nome e nel
simbolo del partito: essere democratico. Il PD è infatti l’unico partito in cui
periodicamente un gran numero di tesserati del partito ne eleggono il capo
politico, che poi il capo politico all’interno della struttura di partito conti
meno del due picche e sia democraticamente un’ameba è un altro discorso, ed è
forse proprio per questo motivo che il partito non riesce a mantenersi unito. Secondo
me però a questo partito un merito innegabile va dato è infatti l’unico che ha
mantenuto una seria scuola politica con la sua componente giovanile dei Giovani
Democratici, fondamentale però è che gli altarini, le pugnalate alle spalle, i
muri contro muri non diventino fattore caratterizzante anche di quella che sarà
la nuova generazione della politica italiana, serve un rinnovamento non solo
nei volti e nelle idee ma anche e soprattutto nei metodi.
Il
prossimo partito in analisi è Forza Italia. Il partito dell’ormai ottantaquattrenne
Silvio Berlusconi. L’ultimo residuato di una destra moderata d’altri tempi, i
bei tempi delle mignotte (alcune figlie di eminenti capi di stato stranieri),
della compravendita di senatori per far cadere i governi avversari (comprovata),
delle pessime battute sui capi di stato e di governo stranieri (con conseguenti
figure di merda internazionali), dei mafiosi assunti come stallieri nelle
proprie ville, insomma i bei tempi in cui quando Berlusconi sorrideva non
sapevi mai quale altra parte del corpo si alzava (viste le tirate, plastiche e
trapianti vari). Mai avrei pensato ma Silvione nazionale mi manchi un sacco! Le
belle statuine tutte uguali che adesso prendono la parola al tuo posto e in tuo
nome non sono all’altezza, non c’è gusto. Vorrei però fare un appello urgente
alle forze politiche del centrodestra: Berlusconi Presidente della Repubblica
NO vi prego. Non tanto per le motivazioni esposte prima, che pure hanno il loro
peso ma più che altro perché a eleggerlo alla veneranda età di 85 anni mi muore
dentro il Quirinale, lontano dai suoi affetti più cari (che mediamente hanno 60
anni meno di lui), dategli un po’ di pace vi prego!
Ora
è il turno di Italia Viva. Partito nato dal distacco di Renzi dal PD, sua
creazione, sua creatura. Italia Viva è quel meraviglioso partito che se venissero
scolte ora le camere potrebbe ottenere il fantastico primato di partito meno durevole
in parlamento nella storia recente della Repubblica, partito oltretutto che non
ha mai ottenuto un voto. Mai quanto con questo partito il detto “un nome un
programma” è stato meno appropriato: il nome prefigurerebbe vivacità,
rinnovamento, una politica innovativa rispetto ai soliti partiti e invece è
riuscito a sfasciare il governo di cui faceva parte, distruggere le trattative
per un terzo possibile governo Conte, consegnando il paese a un limbo da cui
forse solo Mattarella potrà farci uscire con un governo Draghi di unità nazionale
che faccia finalmente porre fine ai ricatti e altarini che abbiamo visto finora
in legislatura. Insomma Mr. Dentino datti una calmata che se si va al voto
sparisci dalla politica definitivamente.
Ultimo
partito di questa analisi è Fratelli D’Italia. Il partito più conservatore in
Italia, in odore di fascismo. Sono bigotti e ignoranti al punto che non si sono
neanche resi conto che hanno preso il nome dal nostro inno nazionale, un inno risorgimentale
e rivoluzionario che ha accompagnato i grandi moti di unità nazionale che
portarono all’unità d’Italia: dalle cinque giornate di Milano alla spedizione
garibaldina dei mille e i cui autori, Mameli e Novaro, erano vicini agli
ambienti Mazziniani e Giacobino. Altri partiti sono stati tacciati di comunismo
per molto meno, adesso chi glielo dice a Giorgè?!
La sintesi è che il nostro parlamento è composto da
forze assolutamente contrapposte e trovarne la quadra è un’impresa a dir poco
titanica. Indipendentemente da come andranno le cose le forze politiche devono
capire una cosa: il popolo è stufo di tutti questi giochi di palazzo c’è
bisogno di un governo in cui ci sia la serietà di portare l’Italia fuori da uno
dei periodi più difficili della Repubblica. Ha ragione Renzi urge un “nuovo
rinascimento” ma non in Arabia Saudita nel nostro paese!

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