FUTURO: TECNOLOGIA E SPAZIO


FUTURO: TECNOLOGIA E SPAZIO

Qualche giorno fa ho visitato una mostra sullo spazio incentrata in modo particolare sul nostro sistema solare, sui pianeti che lo compongono e i loro i satelliti e con un focus molto interessante sulle risorse di cui è composto e che sono presenti nell’universo. Questa mostra mi ha ispirato a formulare un’ipotesi a dir poco fantascientifica che unisce una mia personale analisi riguardo a ciò che potrebbe essere il nostro futuro a livello tecnologico e quella che, forse, è semplicemente fantasia adatta a un romanzo di fantascienza.
La mia ipotesi è basata sull’idea che in un futuro che spero lontano ma temo vicino, saremo talmente dipendenti dalla tecnologia che essa si sostituirà a noi. Pensiamoci. Grazie all’intelligenza artificiale le macchine saranno sempre più indipendenti dalla programmazione umana. Quotidianamente cerchiamo di scaricare la gran parte della mole di lavoro sui macchinari, lasciando spesso che a controllarle siano computer molto sofisticati in cui l’unica presenza umana è quella di un supervisore addetto al controllo del corretto funzionamento dei processi produttivi. Il rischio, a mio avviso, è che in futuro il controllo umano possa diventare un elemento considerabile superfluo, lasciando l’intero controllo ai computer. Per farvi capire adeguatamente le mie preoccupazioni vorrei riportarvi alla mente la notizia uscita qualche tempo fa del caso in cui, in una partita a scacchi tra due I.A (intelligenze artificiali), una macchina ha iniziato a programmarne un’altra, assorbendola… Per fortuna in questo caso c’era qualcuno pronto a staccare la spina e a fermare l’esperimento, ma se questo può essere il futuro della nostra tecnologia, se basta così poco affinché la tecnologia sfugga al controllo umano, perché vogliamo continuare a svilupparla? Qual è il motivo per cui voler essere sempre più dipendenti dalla tecnologia, che sembra quasi diventare la più tremenda, incontrastata e globale droga del 3 millennio? Domande a cui sinceramente non so rispondere. L’unica risposta che mi sembra avere un senso è la constatazione che siamo a un livello così evoluto che non saremmo in grado di tornare indietro; ormai la tecnologia è divenuta una costante della nostra vita a cui difficilmente riusciamo a rinunciare visto che ci ha semplificato moltissimo l’esistenza. Mi sorprende pensare al progresso e alla velocità di sviluppo che la tecnologia ha avuto in un tempo brevissimo; appena 150 anni fa l’uomo ha inventato l’energia elettrica, senza la quale il mondo di oggi non esisterebbe, alla fine della seconda guerra mondiale (appena 75 anni fa) i primi computer, e negli ultimi vent’anni siamo arrivati a creare computer che gestiscono sempre più la nostra vita essendo installati praticamente in ogni strumento elettronico (si passa dal cellulare alla lavastoviglie, fra poco ne metteranno uno pure nei wc per analizzare la nostra salute attraverso l’analisi delle feci); questo lo sviluppo finora e lo sviluppo tecnologico sta avendo uno sviluppo esponenziale quindi pensare a come potrebbe essere il nostro mondo tra 50/100 anni mi inquieta alquanto.
Ma cosa centra tutto ciò con lo spazio? Ci arriverò a breve. Nella mia visione futuristica la tecnologia prenderà totalmente possesso del nostro mondo, esautorandoci da ogni attività produttiva o addirittura eliminandoci, entrambe ipotesi sicuramente estreme, ma per quanto detto finora temo siano tutt’altro che impossibili. Pensiamoci, in fondo basta poco, un bug, un errore di programmazione o semplicemente una eccessiva libertà nella auto programmazione delle macchine, senza arrivare necessariamente agli estremi di un super computer centrale cattivo, come nel capolavoro di Asimov “io robot”, che prende il controllo di ogni cosa legata alla robotica. La tecnologia, per quanto possiamo provare a insegnargliele, non avrà mai emozioni, quindi definirla buona o cattiva non ha alcun senso, semplicemente la si può distinguere in: sotto controllo o meno. Arrivo così al punto riguardante il binomio tecnologia del futuro e spazio. Il nostro mondo difficilmente ci basterà soprattutto se le previsioni demografiche e di esaurimento risorse si realizzeranno (il trend è arrivare entro il 2050 a un consumo annuale doppio rispetto al rinnovamento delle risorse), la logica  conseguenza è che, se le risorse del nostro pianeta saranno esaurite o non sufficienti e il pianeta stesso sarà probabilmente inospitale, anche a causa dei fattori legati alle problematiche sempre più estreme riguardanti il clima, andremo a cercare nello spazio, specialmente nel nostro sistema solare tutte le risorse di cui abbiamo bisogno. Basti pensare a Marte, chiamato il pianeta rosso in quanto composto da materiali ferrosi ossidati nel tempo o alle lune di Giove composte da metalli. Conoscendo quindi la sempre più smisurata ambizione umana, la colonizzazione dell’universo in cerca di risorse è sicuramente una gigantesca spinta per mettere nel mirino lo sfruttamento dello spazio.
Nella mia “visione”, quasi sicuramente l’uomo inizierà questa colonizzazione ma ritengo che, a proseguirla, saranno le macchine e difficilmente gli umani. Se esiste vita aliena (intelligente e non) in qualche remoto angolo del nostro universo, in qualche remota galassia, molto probabilmente incontreranno macchine da noi programmate invece che esseri viventi in carne e ossa.
La mia unica speranza è che, quando questa rivoluzione tecnologica arriverà, sempre che arrivi, io e la mia discendenza saremo estinti da tempo, perché io non voglio vivere in un mondo dominato da macchine senza emozioni, che non possono discernere ciò che è giusto o sbagliato, o riuscire a compiere scelte illogiche per il bene di un’altra persona o addirittura di una intera comunità ed è una cosa che non augurerei al peggiore dei nemici figurarsi ai miei figli, nipoti e ai loro figli e nipoti. Alcune scelte possono essere compiute solo da un essere che può arrivare all’irrazionalità, come l’uomo, e che invece una macchina programmata su una ridotta gamma di possibilità basate su calcoli statistici non può certamente arrivare a compiere, comprendere e attuare.

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